Isolamento: come evitare il passaggio di calore
L’ isolamento è uno dei pilastri del protocollo Passivhaus nonché uno dei punti fondamentali.
Isolamento o coibenza?
Devo fare una premessa: normalmente i tecnici sono un po’ restii ad usare il termine isolamento; usiamo invece il termine tecnico: coibente. La differenza è che coibente-coibenza deriva dalla proprietà (tecnica) d’un corpo di non lascia passare l’elettricità e il calore, o anche il suono. Il termine isolante è più generico.
Da cosa dipende la coibenza?
Per quanto riguarda l’isolamento, o la coibentazione, non esiste una regola standard: ogni edificio ha una sua forma, ha una sua caratteristica ed un uso singolare; di conseguenza l’isolamento deve essere studiato e progettato in base a quel tipo specifico di edificio ed in base al suo orientamento.
Coibenza e forma
Per quanto riguarda la forma, più le superfici esterne sono ampie e complesse maggiore sarà la superficie disperdente dell’edificio e la sua perdita di calore. A maggior superficie disperdente deve corrisponde un maggior spessore del coibente per garantire all’interno il mantenimento della stessa quantità (e qualità) di calore.
Coibenza ed orientamento
Una casa a Milano o una a Cortina o una a Napoli non potranno avere mai lo stesso dimensionamento della coibenza ( isolamento). I motivi sono chiari: a Cortina le temperature sono più fredde che a Milano o a Napoli. Più la temperatura esterna è bassa, maggiore deve essere il potere (e/o lo spessore) coibente del materiale isolante. Ma anche per due edifici in Milano non è sicuro che abbiano gli stessi spessori; sembra strano da comprendere, ma… ragioniamo un attimo: lo spessore del coibente (a parità di materiale usato) abbiamo visto che dipende dalla temperatura esterna; bene questo vale anche per la stessa città.
Ovvero è molto facile che in diverse aree di una stessa zona (città, campagna, montagna) le temperature esterne non siano uguali. Per esempio, all’interno della stessa città, la presenza di grattacieli, o strade strette, o delle vicine montagne che creano dell’ombre riportate sugli edifici della zona. Dove si hanno le ombre riportate il sole non scalda l’atmosfera e lì le temperature esterne sono più fredde.
Un altro motivo che obbliga un dimensionamento specifico e di caso per caso, del coibente (isolamento), è come e quanto viene scaldato l’edificio. Se l’edificio ha maggiori apporti solari che compensano il fabbisogno termico* in un tempo minore, il coibente avrà una sua dimensione, ma se questi apporti non sono sufficienti e quindi richiedono un tempo maggiore per soddisfare il fabbisogno termico, la coibenza dovrà essere molto più performante perché ci permette di mantenere più a lungo il calore generato dentro casa.
Coibenza e materiale
Un altro aspetto che influenza gli spessori sono le caratteristiche del materiale. Non tutti i materiali che si usano per isolare l’edificio (per fare il cappotto) hanno le stesse proprietà di coibenza. Per cui per avere la stessa capacità isolante, ad esempio, alcuni materiali dovranno avere spessori diversi.
Coibenza e come si mette in opera
Un altro aspetto che influenza la buona riuscita della coibenza del cappotto è anche come è stato posato (fatto). Se abbiamo il giusto materiale e il giusto spessore, una posa poco attenta o inesperta praticamente fa sì che lo strato coibente non lavori bene (o per nulla) e si abbiamo comunque dispersioni di calore. In questo caso le problematiche non sono solo la perdita di calore ma anche le infiltrazioni (acqua, umido, insetti, muffa…); la loro presenza continuativa può rendere insalubre la casa rischiando anche far staccare il cappotto e di creare seri danni alla struttura del’ edificio.
Proprio per tutte queste ragioni non ci si può improvvisare a fare un cappotto senza avere un professionista che lo abbi progettato.
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